venerdì 25 aprile 2008

Organic Groove

Sarà ancora blues. Stavolta contaminato da colorazioni funky, e soul. L'Associazione Dr.Jazz ospita per la serata di venerdì 25/04/08 il concerto di "Organic Groove", il gruppo composto da Luca Giovacchini alla chitarra, Matteo Sodini alla batteria e Paolo PeeWee Durante alle tastiere.
I tre musicisti si incontrano nell'autunno 1999 e subito individuano un obiettivo comune intorno al quale iniziano a lavorare: vogliono creare un contatto vitale ed energetico col pubblico; in breve, dare forma di spettacolo allo scambio sinergico che si crea tra musicisti e ascoltatori.
Da questo presupposto i tre cominciano a lavorare sul "sound" della band, avvalendosi delle diverse influenze che hanno caratterizzato lo stile di ciascuno di loro, cercando una sintesi che, pur rispettando la provenienza delle singole individualità, rispecchiasse lo spirito nuovo della formazione. La fonte di ispirazione è principalmente costituita dalla blackmusic: blues, soul, l'RnB, jazz e dal funky, che viene amalgamata con correnti più rock, più bianche; qualche rispettoso omaggio al suono dei Beatles, qualche ingrediente dal sapore europeo, finchè la magia non riesce.
Altro elemento di originalità in quel momento era il tipo di organico, che non includeva una chitarra basso (formazioni di questo genere sono ora più comuni). L'utilizzo dell'organo Hammond o del synth per eseguire le linee di basso crea una sonorità più singolare e inusuale, con degli illustri maestri a cui fare riferimento: Stevie Wonder, Herbie Hancock, Soulive, tanto per citarne solo alcuni.
Il repertorio selezionato e non comune, viene scelto in conformità con queste caratteristiche e comprende sia brani originali, che cover riprese e reinterpretate in chiave personalizzata. Si annoverano brani di hammondisti come l'inegualiato J. Smith, i grandissimo J. McDuff e J. McGriff, canzoni di maestri del R&B e del soul, tracui brillano James Brown e Maceo Parker; interessanti riproposizioni di brani dei "fab four": i Beatles e altro ancora.
Attendiamo con curiosità l'uscita del primo disco di Organic Groove, dal titolo "The Afriquette", nel convincimento che il gruppo riuscirà anche in questo lavoro a trasmettere le emozioni degli eventi "live", che oscillano tra la ricerca di sonorità raffinate, per dare vita ad atmosfere coinvolgenti, spesso interrotte bruscamente da esplosive, quanto improvvise pulsioni ritmiche, senza tralasciare di condire il tutto con un pizzico di psichedelia anni 60.
Dal 2007, il trio ha deciso di avvalersi di collaborazioni più o meno stabili con vari strumentisti, il cui contributo viene ad essere un arricchimento del sound originale di Organic Groove, pur non snaturandone l'originalità. Per questa occasione i tre saranno coadiuvati dall'eclettico sassofonista Cris Pacini.
"Ci piace creare della musica sul momento, in base ai nostri stati d'animo e alle nostre esperienze musicali, ci piace stare liberi sul palco e sfruttare ogni tipo di suono." Hanno dichiarato i tre musicisti in occasione di un recente incontro. Siamo certi che anche stavolta riusciranno a lanciare un incantesimo di coinvolgente divertimento, che è peculiarità dei loro spettacoli.

venerdì 18 aprile 2008

Dinamitri Jazz Folklore

L'Africa ritorna protagonista, sia come musa ispiratrice di ottima musica, che come riferimento e linfa vitale di ogni musicista moderno. L'Associazione Dr.Jazz è lietissima di ospitare il ritorno di Dinamitri Jazz Folklore, venerdì 18 aprile alle ore 22:30, nei locali di via Vespucci 10. Dicevamo l'Africa, perché questo sarà il leit-motiv della serata. Il continente nero ha influenzato pesantemente tutta la musica moderna in generale e il jazz e la "black music" in particolare. La riscoperta metodica di queste radici, l'approfondimento consapevole dei ritmi tribali semplici e complessi allo stesso tempo, lo studio dei canti con andamento ciclico che gran parte di noi ha imparato a riconoscere grazie al cinema che ci ha raccontato l'avventura e la tragedia della schiavitù dei neri.Tutto questo e altro ancora, è oggetto della ricerca e della produzione di questa band. Avevamo assistito al concerto della Dinamitri Jazz Folklore lo scorso mese di novembre, nel momento in cui il gruppo, ospite negli studi della RAI, si preparava a incidere i brani per la sua terza fatica discografica: "Akedengue suite". L'eccellente prova durante la trasmissione di Pino Saulo, "Battiti", ha generato molto materiale originale e di grande interesse. Il prodotto finale, il disco, vedrà la luce solo nel prossimo autunno, e siamo certi, sulle base delle anticipazioni che abbiamo ascoltato, che sarà un lavoro di grandissimo spessore, certamente all'altezza di "Folklore in black" e "Congo evidence", prime due ottime prove della band.Non scopriamo oggi che gli spettacoli di Dinamitri Jazz Folklore costituiscono sempre un evento di grandissimo impatto emotivo. Le atmosfere create sono sempre in bilico tra la suggestiva natura selvaggia dell'Africa e la dura, ma affascinante jungla metropolitana americana, quasi a voler sottolineare le affinità che accomunano questi due mondi, in apparenza lontanissimi tra loro, ma così vicini nelle caratteristiche fondamentali dello sforzo di ogni essere umano per sopravvivere e migliorarsi.Autori, interpreti di questo viaggio saranno il compositore Dimitri Grechi Espinoza al sax contralto, che curerà anche il coordinamento musicale; al suo fianco l'instancabile Beppe Scardino eccellente sax baritono che si alterna con massima disinvoltura dalle parti prettamente ritmiche a quelle solistiche, sempre con grande effetto; Gabrio Baldacci poliedrico chitarrista, che abbina all'ottima tecnica, una particolare attitudine nella ricerca dei suoni, Emanuele Parrini violinista che abbiamo visto confrontarsi e affermarsi con successo nel circuito jazzistico collaborando con grandi nomi del jazz nostrano e non; Paolo PeeWee Durante "la mano sinistra del blues" curerà l'organo Hammond, che costituirà, unitamente ai due percussionisti, il tappeto ritmico-armonico su cui la band si muoverà; infine i due sciamani del ritmo: Simone Padovani alle percussioni e Andrea Melani alla batteria, condivideranno con PeeWee Durante la responsabilità della creazione e del sostegno di tutta l'ossatura ritmica della serata.Anche stavolta, il fascino metropolitano della savana riuscirà a catturare il nostro interesse e la nostra attenzione con un evento eccezionale e dei protagonisti musicali di cui sentiremo parlare (bene) ancora a lungo.

venerdì 11 aprile 2008

Pisorno Jazztet

La serata di venerdì 11/04/08, alle ore 22:30, sarà caratterizzata da un evento particolare, tornainfatti a esibirsi nei locali dell'Associazione Dr.Jazz, Federico Bertelli e Pisorno Jazztet. Bertelli inizia a suonare l'armonica diatonica nel 1987 facendosi le ossa con i vari gruppi blues in un'intensa attività dal vivo, fra cui la band The Serious Fun dell'affermatissimo chitarrista blues, Nick Becattini.
Lo studio dell'armonica cromatica viene svolto da assoluto autodidatta, ascoltando grandi virtuosi come Stevie Wonder e Toots Thielemans, ma soprattutto sassofonisti (C.Parker, A.Pepper, J.Coltrane e Sonny Stitt), e pianisti come B. Evans, Bud Powell ecc., che piano piano lo fanno avvicinare al jazz.
La passione per la musica lo induce a studiare con maggiore metodo e lo porta a partecipare, come studente, ai seminari estivi di jazz di Siena (dove si esibisce in concerto con l'orchestra laboratorio di B.Tommaso) e le Clinics del Berklee College of Music di Boston organizzati a Perugia nel periodo di UMBRIA JAZZ. Nel 1993/1994 frequenta la scuola di musica del C.A.M. di Scandicci (FI), come allievo del mai abbastanza compianto Luca Flores, con il quale poco tempo dopo suona due volte in concerto. Nel contempo entra a far parte della DUKE OF ABRUZZI BIG BAND diretta da A.Fabbri, con la quale si esibisce in vari teatri e auditorium della toscana (tra i quali il Teatro Studio di Scandicci, l'Auditorium Rodari di C.Bisenzio, il Palasport di Firenze con ospiti jazzisti d'eccezione come P.Fresu e M.Giammarco). Partecipa alla realizzazione della colonna sonora del film di Vanzina «Io No Spik Inglish» (con P.Villaggio). Nello stesso anno con il Jazz Quintet IRIDESCENTE è finalista all'Euro Jazz Festival di Oristano e al Summer Jazz Jazz Fest a Prato. Sempre con il suddetto quintetto, l'anno dopo registra un CD LIVE con ospite P.Fresu, al Jazz Fest di Pitigliano (GR). Nel gennaio del '96 inizia a studiare improvvisazione ed armonia, approfondendo così lo stile di jazz che ama di più, il «Be Bop». Nello stesso anno suona al BLUES CORNER di Bruxelles e frequenta i seminari estivi di WE LOVE JAZZ '96 a Genova con Benny Golson, Kenny Burrell, Ron Carter, Joe Chambers, ecc. e BERKLEE IN UMBRIA a Perugia, come allievo di Ray Santisi e Greg Badolato.
Frequenta i seminari invernali di jazz al C.P.M. di Siena come allievo di Marco Tamburini (già trombettista di RAF e JOVANOTTI) e Maurizio Giammarco. Segue inoltre alcuni workshop tenuti dal pianista E. Pieranunzi e di due grandi autorità del jazz mondiale il contrabbassista Palle Danielsson e il sassofonista soprano Dave Liebman con i quali si esibisce in performance live, come ospite. Nel '97 partecipa all' EUROPE JAZZ CONTEST di Overijse (Bruxelles). L'anno dopo registra con il pianista Stefano Bollani. Partecipa inoltre a delle Sessions di Barga Jazz, suonando con E. Pieranunzi, A. Kramer, M. Giammarco, M. Tamburini, N. Valiensi, P. Tonolo, S. Gibellini ed altri riscuotendo molti consensi. Partecipa al Mentana Jazz Festival (Roma), con il proprio trio, vincendo una borsa di studio per Berklee in Umbria. Nell'ultima edizione di Chicago Blues Festival ('99) e Umbria Jazz Festival '99 suona con la Band di Sugar Blue (al Rosa's Lounge di Chicago), e in Jam con Pat Metheny (al Celebrate di Perugia). Inoltre per oltre 6 anni, é docente alla Civica Scuola di Musica di Capannori (LU).
Lavora assiduamente al progetto ETNOCLASSIC, gruppo di musica etnica (con il quale si e sibisce in vari festival e importanti rassegne musicali) e partecipa al disco dal titolo del disco ZORONGO, edito dalla EMA Records, con Jenny Tommasi all'arpa e Federico Pietroni alla chitarra flamenca. Collabora con il «Vince Lateano Trio»in S.Francisco ed il viibrafonista Gerry Grosz.. In New York con P.D'Rivera e Randy Brecker. Di ritorno dagli states, nasce l'altro progetto, il più importante, a proprio nome: Wheel's Steps....(passi di ruote)....che metaforicamente da anche il titolo al disco....dove vi si possono trovare dalle composizioni originali, a be bop tunes come Daahoud (C. Brown), agli standards come Estate di B. Martino, ai latin originals come Mangueira di C. Buarque.

Compagni di viaggio di Bertelli saranno i "Pisorno Jazztet" composto da Gabrio Baldacci alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Daniele Paoletti alla batteria, e la straordinaria partecipazione di Leo Ravera al pianoforte per un'altra esperienza di grande musica sotto la guida di eccellenti musicisti.

venerdì 4 aprile 2008

John Henry Blues

Sarà Blues, di quello con la "B" maiuscola, di quello Buono. L'Associazione Dr.Jazz ospita per la sera di venerdì 4 aprile alle 22:30 la "John Henry Blues", band capitanata dal cantante e chitarrista statunitense John Henry, la cui carriera inizia all'eta' di 17 anni e dopo solo quattro anni intraprende già il suo primo tour mondiale, esibendosi in Corea, Giappone, Portogallo, Germania, Bahrain, Panama e Italia, dove si è stabilito da qualche anno.La sua formazione culturale cresce nel corso di importanti collaborazioni con grandi del Blues, come: Luther Allison, Louisiana Red, Buckwheat Zydeco, Michael Coleman, Katie Webster, Andy J. Forest, L.A. Jones e John Mooney.
Il blues di John Henry scorre naturale come il flusso del Mississippi, ora pigro ed inoffensivo, ora travolgente ed instancabile e racconta le storie tipiche della black music, i cui protagonisti sono persone comuni, come John stesso.
Nato in Alabama a Tuskegee, Henry è cresciuto alla preziosa scuola di Memphis nel Tennessee.
Sembra trascorsa un'era geologica dai tempi mitici della musica che nasceva e scorreva lungo il fiume Mississippi, da Memphis a New Orleans e certamente la Route 66 non viene più percorsa a piedi, come ai tempi gloriosi del leggendario Robert Johnson e tanti altri come lui, ma i pericolosissimi incroci (crossroads), sono gli stessi di allora, tendono le stesse trappole e narrano le stessestorie d'amore, violenza e solitudine, drammi, tragedie e commedie del profondo Sud degli Stati Uniti.
John Henry è figlio della più recente generazione di quella terra tormentata e vivace, di cui ha appreso l'essenza più profonda, assimilandola in modo così totale da consentirgli di trasmettere a noi Europei la genuina cultura musicale del blues.
"The Blues Is Alright" - ama cantare questo artista americano - e certamente le sue serate creano come per incanto una specie di calda fratellanza tra il pubblico: tutto è bello in quei momenti, mentre assieme ci si diverte a rispondere ai frequenti "call & answer", o quando si accompagna il ritmo con il battito delle mani, unendosi al coro frenetico dell'intera audience.Non c'è miglior biglietto da visita per John Henry della frequenza con cui gli stessi spettatori tornano ai suoi concerti, passandosi la voce e facendo aumentare ogni giorno di più il numero dei suoi appassionati.
Per l'occasione, il bluesman si avvarrà della collaborazione di eccellenti musicisti e bluesmen toscani, peraltro assai noti al nostro pubblico, come Paolo PeeWee Durante alla tastiera, Cris Pacini al sax, Renato Marcianò al basso e Matteo Sodini alla batteria.
Un evento di grande spessore e ottimo livello, per un viaggio nella cultura nera degli Stati Uniti.